Nel 2009 e nel 2011 il Sinodo dell’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi – preso atto della gravissima condizione di disagio in cui è costretta a vivere la popolazione detenuta, della frequente carenza di sostegno sociale che impedisce a molte persone detenute di accedere ai benefici di legge e delle difficoltà legate al loro percorso di reinserimento – invita le chiese a sostenere e assistere le persone sottoposte a pene detentive con interventi concreti e vegliare affinché siano garantiti i loro diritti.
Nasce così nel 2013 a Firenze il progetto sull’Esecuzione Penale della Diaconia Valdese, che nel 2022 si amplia di un servizio rivolto ai genitori detenuti e i loro figli/famigliari, lo Sportello Incontrarsi Dentro.
Lo Sportello di ascolto psicopedagogico Incontrarsi Dentro, attivo presso il carcere di Firenze Sollicciano dal 12 aprile 2016, si propone di promuovere le relazioni familiari e la genitorialità in carcere, garantendo condizioni di pari dignità ai genitori detenuti e affiancando le loro famiglie, specie in presenza di minorenni, durante lo svolgimento dei colloqui e mediante l’istituzione di uno spazio di consulenza e ascolto psicopedagogico.
Lo Sportello Dentro è rivolto ai genitori detenuti e loro figli, caregivers/accompagnatori, familiari, operatori degli Istituti detentivi e delle strutture di accoglienza.
Tra i servizi offerti: trattamenti e consulenze specialistiche nell’ambito psico-educativo, quali incontri di sostegno alla genitorialità e interventi di parent training; colloqui di orientamento nei momenti di trasformazione dell’organizzazione familiare; preparazione al rientro in famiglia; gruppi di accompagnamento per i genitori detenuti; supporto alla coppia per agevolare l’adattamento del detenuto al contesto; mediazione Familiare e/o sociale nei processi separativi e per l’attenuazione delle conflittualità intrapsichiche ed interpersonali. Percorsi di accompagnamento dei figli in visita mediante una “facilitatrice dei rapporti familiari” che garantisce accoglienza rassicurante e affiancamento nelle fasi più delicate (ingresso/perquisizione corporea; preparazione all’incontro nella Ludoteca; mediazione durante il colloquio e momento del congedo), oltre che rappresentare una figura “filtro” per rilevare e segnalare eventuali disagi dei minorenni/nucleo ai colleghi deputati alle consulenze specialistiche.